OGame

 

di Enrico Di Stefano

 

Nello scorso numero di Fondazione abbiamo accennato alla più recente espressione del gioco fantascientifico, i Browser Games.  Si tratta di una delle forme più diffuse di gioco online e vede coinvolti migliaia di giocatori. Sostanzialmente si tratta di gestire un personaggio, una macchina o un impero. La gran parte sono di ambientazione Fantasy/Medievale, come Battleknight, Holy War, Knightfight  o Tanoth, per citare i più noti. Ma alcuni tra i più appassionanti sono di fantascienza ed è di questi che intendiamo occuparci. Ne citiamo qualcuno, tra quelli che abbiamo provato personalmente, per fornire un quadro il più possibile esauriente di quella che è l’offerta in rete.

Freedom Resist e A.I. War prevedono l’addestramento e l’equipaggiamento di guerrieri che si oppongono ad invasori alieni nel primo caso e ad un’armata di macchine assassine nel secondo.

Techwarrior, invece, è incentrato sull’assemblaggio di una sorta di robot da combattimento che viene potenziato grazie alla continua aggiunta di armi, corazze e generatori di scudi elettromagnetici.

 

Ma quello di gran lunga più appassionante, almeno secondo chi scrive, è OGame, un gioco strategico sviluppato dalla tedesca Gameforge.

Lo scopo del gioco è la costruzione di un impero interstellare. All’atto della registrazione, ciascun giocatore deve scegliere l’universo di gioco. Ne esistono quaranta (gestiti da altrettanti server) di ordinari più quattro speciali: Andromeda, Barym, Draco e Capella. Su quest’ultimo ho creato un account per testare il gioco. Volendo dare al mio imperatore un nome degno del suo ruolo sono stato tentato di usare uno tra quelli più cari a noi appassionati di SF, come Jim di Griz o Golan Trevize. Ma temendo di peccare di lesa maestà, ho deciso di tradurre in inglese il mio. E così è nato Henry Stevenson. Il random mi ha assegnato il quinto pianeta del sistema solare n°219, ubicato nella seconda galassia di Capella. Il sistema mi ha consentito di attribuire un nome al mio pianeta ed ho scelto Bradbury 5. Si tratta di un pianeta di dimensioni medie, 12.000 km. di diametro, e piuttosto caldo con temperature oscillanti tra i 45°C e gli 85°C.

Il sistema è decisamente “affollato” : dei quindici pianeti esistenti, ben nove sono occupati da altrettanti giocatori. Tra questi il più temibile è sicuramente Qlimaxz che occupa il sesto pianeta, Akainu.

Devo dire che finora – e per mia fortuna - non mi ha mai degnato di uno sguardo, ma forse sarà meglio spiegare cosa intendo dire. Tra le tante tecnologie che si devono sviluppare per progredire con successo in classifica vi è quella dello Spionaggio. In pratica ogni giocatore può far costruire nel proprio Cantiere Spaziale delle sonde spia. Quanto più queste sono avanzate tanti più dati potranno ottenere quando inviate a “dare un’occhiata” ai pianeti vicini. Mi è capitato spesso di ricevere simili visitatrici e, in alcuni casi, ciò è stato il preludio di un attacco in grande stile. E già… OGame non è un gioco pacifico. Bisogna attaccare e difendersi. Finora mi è capitato di ricevere solo tre attacchi, uno dei quali sono riuscito a respingere, ma gli altri due hanno avuto esiti a me sfavorevoli.

 

La disponibilità di risorse (Metallo, Cristalli e Deuterio) aumenta facendo progredire il livello delle strutture minerarie che ne consentono l’estrazione. Il fabbisogno energetico per il funzionamento viene assicurato dalle Centrali Solari, dalle Centrali a Fusione e dai Satelliti Solari. Personalmente non faccio affidamento su questi ultimi. In caso d’attacco sono tra i primi ad essere spazzati via e la loro eliminazione innesca un immediato deficit energetico che riduce l’efficienza delle strutture produttive. Scegliere un tipo d’approvvigionamento piuttosto che un altro però non dipende soltanto da considerazioni di tipo strategico. I pianeti prossimi alla stella sono meglio illuminati e su essi le Centrali Solari producono più energia rispetto a quella che possono erogare sui pianeti più distanti. Questi ultimi, tuttavia, sono più ricchi di Deuterio, il “combustibile” che alimenta le Centrali a Fusione.

 

La produzione di materie prime consente la realizzazione di un Laboratorio di Ricerca e di installazioni produttive (Fabbrica dei Robot, Cantiere Spaziale) sempre più avanzate. Le tecnologie che vengono sviluppate permettono l’installazione degli armamenti disponibili, sia difensivi che offensivi.

I primi costituiscono una panoplia impressionante. Si va da quelli passivi (Cupola Scudo e Cupola Scudo Potenziata) a quelli attivi (Lanciamissili, Laser Leggero, Laser Pesante, Cannone Gauss, Cannone al Plasma, Cannone Ionico, Missili Antibalistici). Lo sviluppo di una tecnologia bellica incrementa l’efficacia delle armi. Ad esempio, ciascun lanciamissili infligge un danno pari a 80 punti; ogni incremento di livello ne migliora del 10% la capacità offensiva; quindi se si investono risorse per portare la Tecnologia delle Armi al livello 3, ogni lanciamissili raggiunge un danno massimo di 104 cioè 80 + 8 + 8 +8 = 104.

Anche le Cupole Scudo possono essere potenziate del 10% ad ogni incremento del livello della Tecnologia degli Scudi.

Per quanto riguarda gli armamenti offensivi questi sono costituiti dalle Astronavi e dai Missili Interplanetari. Per la verità esistono anche navi civili, come i Cargo Pesanti (o leggeri), le Colonizzatrici e le Riciclatrici.

 

La costruzione di una flotta richiede delle scelte strategiche ben precise. Il player deve innanzi tutto decidere se intende condurre un gioco offensivo o difensivo.

Nel primo caso deve mettere in cantiere le più potenti navi di linea, le Corazzate, e delle astronavi speciali come i Bombardieri. Ci vuole molta pazienza per raggiungere il livello tecnologico e la disponibilità di risorse necessarie ad impostare tali unità, ma il loro apporto in battaglia può essere determinante. I più “ricchi” possono permettersi la Morte Nera, una poderosa stazione da battaglia in grado di spazzare via i più muniti apparati difensivi. Si direbbe una citazione dell’omonima macchina di morte che appare nella saga di Star Wars, ma la somiglianza si ferma al nome. Il mostro tecnologico cinematografico è praticamente un piccolo mondo artificiale in grado di polverizzare un pianeta. Il suo equivalente in Ogame e molto più piccolo e meno potente anche se capace di distruggere una luna. Avrà comunque bisogno della scorta di unità minori e ne esistono diversi tipi: Caccia Leggero, Caccia Pesante, Incrociatore, Nave da Battaglia, Incrociatore da Battaglia. In caso di combattimento, avere più navi è un vantaggio in quanto costringe gli avversari a distribuire i colpi su numerosi bersagli. Ciò dà il tempo alle unità maggiori di colpire duramente. In linea di massima, una flotta ben strutturata dovrebbe avere un centinaio di caccia, una ventina di incrociatori e una dozzina tra bombardieri, incrociatori da battaglia e corazzate.

 

Nel secondo caso – ben rappresentato dal mio approccio strategico tipicamente difensivista – gli armamenti dovrebbero essere così ripartiti: una solida difesa planetaria imperniata su numerosi lanciamissili che fungono da “falsi bersagli “ e che se sono numerosi possono avere un peso non trascurabile, un buon numero di Laser Leggeri, alcuni Laser Pesanti ed almeno un paio di Cannoni Gauss. Non conviene puntare sui Cannoni Ionici, poco efficaci in proporzione al costo, anche se molto resistenti. L’arma più potente, seppure costosissima, rimane il Cannone al Plasma i cui colpi possono distruggere persino una Corazzata. La Cupola Scudo, meglio se potenziata, è utilissima così come i Missili Antibalistici. Personalmente utilizzo una flotta imperniata su Caccia Pesanti e Incrociatori in rapporto di 5 a 1 ai quali conto di affiancare qualche Incrociatore da Battaglia. Conto di costruire una flotta composta da 2 IB + 10 I + 50 CP.

La necessità di possedere una flotta è anche legata agli impegni politici e/o diplomatici che ogni player si assume. Infatti è possibile aggregarsi ad una alleanza di pianeti all’interno della quale sarà possibile scambiare risorse, ma anche organizzare guerre. Una delle opzioni più interessanti del gioco, infatti, è il cosiddetto ACS. Si tratta della possibilità di costituire una poderosa flotta federale allo scopo di condurre un attacco o di difendere un pianeta minacciato.

 

Un combattimento si svolge normalmente come assalto ad un pianeta anche se è prevista la possibilità che una flotta venga intercettata nello spazio. In linea di massima gli attacchi sono preceduti dall’invio da parte del potenziale aggressore di una o più sonde spia. Una spedizione militare condotta alla cieca, infatti, potrebbe nascondere incognite tali da causarne il fallimento: la posizione in classifica non è un indice sempre veritiero delle potenzialità belliche possedute.

Verificata la propria superiorità, si può inviare la flotta all’assalto. Se l’assedio del pianeta va a buon fine, rimangono in orbita dei detriti che possono essere convenientemente riciclati. Inoltre vengono sottratte allo sconfitto risorse in ragione del 50% di quelle possedute. Naturalmente bisogna possedere stive capienti per riportare in patria il bottino. Ecco perché le flotte d’attacco sono seguite puntualmente da trasporti (i già citati Cargo).

 

Questa breve rassegna fornisce un’idea delle scelte a disposizione del player. Ad esempio, una Nave da Battaglia colpisce “più duro” rispetto ad un Incrociatore da Battaglia, ma è decisamente più fragile. Tra le difese, il Cannone Gauss è la prima installazione veramente temibile mentre l’esclusivo uso antimissile dei Missili Anti Balistici non ne riduce l’importanza. La loro efficacia è del 100% - nel senso che vanno sempre a segno – e neutralizzano l’arma offensiva più potente se si esclude la risolutiva Morte Nera.

 

Un aspetto del gioco che non va trascurato è la possibilità di esplorare il proprio ed altri sistemi. La ricerca Astrofisica, una volta sviluppata, consente di intraprendere ogni giorno una Spedizione. Si tratta di un viaggio, al quale può partecipare tutta la flotta o una sua parte, diretto ai margini esterni di un sistema solare. Esiste la remota possibilità che la flotta si perda, ma in generale il risultato è sempre redditizio. E’ possibile recuperare qualche nave abbandonata o trovare risorse, compresa la preziosissima Materia Oscura. Quest’ultima è la moneta con la quale si posono attivare dei Bonus che consentono un rapido progresso in classifica. I giocatori Premium, i paganti, la comprano con carta di credito. I Full Common, come il sottoscritto che gioca gratis, possono trovarne un po’ scorrazzando in giro per la galassia.

 

I bonus consentono l’arruolamento di tecnici specializzati:

1) Commander       migliora numerose opzioni di gioco.

2) Ammiraglio       consente la gestione di due flotte contemporaneamente.

3) Ingegnere           perdite delle difese – 50% e produzione di energia + 10%.

4) Geologo              produzione mineraria + 10%.

5) Tecnico               tempo per le ricerche scientifiche – 25%.

 

A conclusione di questo breve articolo su OGame è necessario inserire qualche considerazione personale. Il gioco non risulta  mai banale, neanche agli occhi di un appassionato di SF smaliziato. Il rapporto tra ricerche, disponibilità di risorse e  tecnologie sviluppate è verosimile. Le qualità richieste ad un player sono soprattutto pazienza e determinazione. Ciò, scoraggiando i giocatori giovanissimi, seleziona una “utenza” abbastanza adulta.

Il principale punto debole, invece, è l’eccessivo vantaggio che i bonus offrono ai premium players, ma quasi tutti i browser games sono così.

D’altro canto tutto ha un prezzo… Anche giocare gratis.

Il gioco è disponibile all'indirizzo: www.ogame.it