Agente Speciale Alfa


di Enrico Di Stefano

 

In Italia Sergio Bonelli sta al Fumetto come la Mamma sta all’Amore e direi che su questa considerazione non ci dovrebbe piovere. Almeno quattro generazioni di lettori sono cresciute leggendo gli albi prima spillati (quelli rettangolari) e poi brossurati della editrice milanese. Il nonno leggeva Tex, come papà, lo zio e il sottoscritto che ancora frequentava le elementari. Chi aveva fame d’avventura e voleva evadere dal tran tran quotidiano non aveva che da recarsi in edicola e, spendendo pochi spiccioli, veniva trasportato lontano: il deserto dell’arizzona, il Rio Grande, addirittura le giungle dello Yucatan. Ma il pubblico italiano desiderava altri orizzonti, nuovi spazi, altre occasioni per sognare.

A partire dagli anni ’70 Bonelli  comincia a proporre al pubblico dei personaggi che agiscono in altri contesti rispetto al west di Willer & Pards e, finalmente, nel giugno 1991 Nathan Never  fa la sua comparsa in edicola. Gioia, giubilo e tripudio degli irriducibili appassionati della Science Fiction a fumetti.

Creatori della meraviglia sono tre sceneggiatori di Dylan Dog: Michele Medda, Antonio Serra e Bepi Vigna che per la loro provenienza vengono soprannominati “la banda dei sardi”. Il progetto viene sviluppato a partire dal 1989. Il n° 1 dovrebbe intitolarsi Il Testimone, ma alla fine la Bonelli opta per Agente Speciale Alfa. In realtà Nathan Never ha già compiuto una sortita nel mese d’Aprile, in un albetto di 20 pagine, Il numero zero, realizzato per festeggiare il decennale di Alessandro Distribuzioni. Contrariamente a quanto comunemente creduto, la fisionomia del personaggio non è dovuta soltanto alla maestria del grande Claudio Castellini, ben presto approdato a redditizie esperienze negli States. Altri validissimi artisti contribuiscono a dare volto e movimento al nostro eroe. In modo particolare Roberto De Angelis, autore delle tavole del n°0, e Dante Bastianoni, realizzatore del primo “prototipo” della copertina nel 1990.

In quattordici anni Nathan Never diventa un vero caposaldo del fumetto popolare italiano, grazie soprattutto alla capillare distribuzione in edicola che ne ha fatto la “seconda corazzata” della SF di casa nostra, dopo l’ammiraglia URANIA. Il successo della testata è suffragato, oltre che dalla longevità, dal proliferare di altre pubblicazioni che vedono protagonista il nostro eroe e i suoi compagni d’avventure.

 

Nathan Never


Nathan è un vero antieroe, emulo di quelle strepitose figure maschili protagoniste dei romanzi di Raymond Chandler.  Quasi incapace di sorridere, la testa perennemente infossata nel bavero dell’impermeabile, il nostro uomo incarna alla perfezione il ruolo dell’investigatore disilluso splendidamente definito in alcune memorabili interpretazioni cinematografiche di Paul Newman.

Nonostante agisca all’interno di un’agenzia investigativa e si ritrovi spesso a lavorare al fianco di colleghi che gli sono generalmente amici, Nathan è sostanzialmente un solitario. Vive in un appartamento nel quale ha ammassato una collezione di vecchi libri, fumetti, dischi, che lo aiuta a mantenere il contatto con il passato. Perché questo circondarsi di cose antiche, al di là del puro interesse culturale, sembra il tentativo di cercare un proprio tempo, laddove quello che si vive sembra essere dissonante con il sentire dell’individuo. Infatti Nathan dà l’impressione di appartenere a un universo senza tempo, a un mondo nel quale l’investigatore del XXII secolo, lo sceriffo della frontiera americana, il corriere dello zar, il samurai ribelle, coesistono e definiscono una figura ben precisa: l’archetipo dell’uomo ben più fedele alle proprie convinzioni piuttosto che alla società, per la quale, comunque, è disposto a battersi. Il suo terreno è una megalopoli che si sviluppa su sette livelli, con una stratificazione verticale che vede i reietti in basso, nell’oscurità, e i privilegiati in alto, in piena luce. In genere l’Agenzia Alfa, l’istituto privato d’investigazione per il quale lavora, è piuttosto costosa e vi si rivolgono i ricchi, ma Nathan non ha nessuna prevenzione nei confronti dei derelitti che popolano i bassifondi della città.

Con il susseguirsi delle uscite viene ricostruito il passato dell’investigatore e i lettori possono darsi ragione dell’introversione del personaggio. Si scopre così che il giovane Never ha una bella moglie, Laura e una figlia, Ann, ma troppo preso dal lavoro, finisce per trascurare la famiglia e si lascia coinvolgere in una relazione extraconiugale con il procuratore Sara McBain. Poco tempo dopo il criminale Ned Mace, un vecchio nemico desideroso di vendetta, uccide Laura e rapisce Ann. I capelli di Nathan si sbiancano quando questi si trova di fronte al cadavere della moglie. La bambina viene ritrovata, ma lo shock l’ha fatta piombare in una forma piuttosto grave di autismo.


Cronologia e contesto


Le avventure di Nathan Never si svolgono intorno alla seconda metà del XXII secolo, ma la datazione che viene seguita è retrodatata di 78 anni. Il motivo è presto detto: nel 2024, dopo un fallimentare esperimento mirante a captare enormi quantità di energia geotermica, il mondo è sconvolto dalla Grande Catastrofe: terremoti, inondazioni, eruzioni vulcaniche cambiano per sempre l’aspetto del pianeta. L’effetto delle radiazioni ha ricadute incontrollate sulla flora e sulla fauna che, in alcune zone, sviluppano forme del tutto nuove e, in non pochi casi, estremamente pericolose. Par dare all’Umanità un concreto simbolo di volontà di rinascita, il papa Gregorio XVIII in accordo con i governi mondiali, impone un nuovo calendario che riparte dall’anno 1946 (2124  in realtà), come quello successivo alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Una considerazione deve essere fatta: l’anno di nascita di Nathan Never è il 2057 (2135); le sue avventure si svolgono, secondo la serie regolare, tra il 2085 (2163) e il 2105 (2183). Ciò vuol dire che in “questo momento” (siamo al n°165) l’Agente Alfa dovrebbe avere 48 anni.

Tornando agli effetti della Grande Catastrofe, in pressoché tutte le avventure del nostro eroe il degrado dell’ambiente naturale è sempre presente. In modo particolare quelle ambientate nel cosiddetto Territorio, una landa desertica e desolata che si estende al centro del continente occidentale. Le forme di vita che lo abitano sono grottesche, deformi, a volte decisamente sorprendenti. Ne sono un esempio i Centozampe, misteriosi artropodi giganti protagonisti di Colonie, un’avventura di Nathan apparsa su Ken Parker Magazine n°25. Oppure la letale flora che appare in Terra Bruciata (n°14). Quando poi le vicende si svolgono in ambiente urbano anche questo risulta ampiamente compromesso: le fogne pullulano di feroci predatori, come i Topi Armadillo, mentre la società mostra tutto il suo squilibrio tanto che, come detto, lo sviluppo verticale della Città riflette la stratificazione delle vere e proprie caste nelle quali è suddivisa la popolazione. Tra i reietti spiccano i Mutati, esseri umani creati artificialmente per svolgere i lavori più gravosi, ma affrancati - almeno sulla carta – da un decreto governativo del 2076 (2154).

 

Amici & Nemici


linea di massima gli amici di Nathan sono i suoi colleghi, prima tra tutti Rebecca “Legs” Weaver. Tre anni più anziana del nostro eroe, ha un passato da galeotta avendo scontato in parte una detenzione per un omicidio del quale è innocente. Esperta di armi, dura ed efficientissima, ha all’inizio una vita privata piuttosto solitaria finché non viene coinvolta in una relazione sentimentale da un altra esponente dell’agenzia, con la quale convivrà per un certo periodo: May Frayn. Questa è un’ex ladra ed esperta in sistemi di sorveglianza; è dotata di un fisico prorompente tanto che le sue avventure finiscono puntualmente per ammantarsi di una componente di erotismo, complice il provocante abbigliamento che la bella agente sfoggia senza il minimo imbarazzo. In assoluto Legs è il comprimario più interessante, tanto che la Bonelli le ha dedicato una testata autonoma che rappresenta di gran lunga il più importante (e controverso, come vedremo inseguito) spin off nato dalla serie regolare. Altro straordinario personaggio è Sigmund “il polacco” Baginov, mago dell’informatica e custode dei segreti che stanno dietro la fondazione dell’Agenzia Alfa. Il capo di quest’ultima è in un primo tempo Edward Reiser. Questi sparisce misteriosamente dopo un clamoroso scandalo che coinvolge l’agenzia e il suo posto viene preso da Solomon Darver (n°106), uomo che sembra spuntato dal nulla, ma che per molti versi si direbbe una reincarnazione del vecchio direttore. Per ovvi motivi di spazio non è possibile citare tutti i colleghi-amici di Nathan; ne ricordiamo solo tre perché in qualche modo peculiari: Branko, in quanto mutato; Al Goodman, perché primo dimissionario (per motivi familiari); Andy Havilland, l’unico traditore.

Anche i nemici sono troppo numerosi per essere citati tutti, ma tre emergono nettamente sugli altri. Il primo - nel vero senso della parola, appare infatti nel n°1 – è Aristotele Skotos. Genio criminale di prim’ordine, a capo di un impero industriale, ma anche seguitissimo predicatore, Skotos è dietro le quinte di innumerevoli congiure e coinvolto in una quantità di affari sporchi. Da un suo spregiudicato progetto hanno origine i Tecnodroidi, creature umane il cui corpo possiede parti di “metallo vivente” con i quali la razza umana ingaggerà una guerra senza quartiere. Il conflitto tra Nathan e Skotos ha epilogo con un duello nel quale il secondo soccombe (n°149). Curiosamente uno dei suoi figli, Jack O’Ryan, viene ripudiato ed entra a far parte dell’Agenzia Alfa  diventando un grande amico di Nathan.

Il secondo, Athos Than, è più sfuggente: appare presto (n°3) ma ritorna quasi subito nell’ombra per poi tentare senza fortuna un’elaborata vendetta.

E’ interessante perché condivide con Nathan la passione per il Jeet Kune Doo, un’arte marziale che i due interpretano in modo diametralmente opposto. Per questo Than, più che Skotos, si può considerare la prima vera nemesi dell’Agente Alfa.

Il terzo è Mister Alfa, un vecchio orientale dotato di un immenso e occulto potere. Spietato, intelligentissimo, formidabile stratega, è in grado di controllare e influenzare l’economia e le scelte dei governi. Compare tardi (n°107), ma si rivela di gran lunga il più potente avversario mai affrontato da Nathan.        

 

Citazioni


Sono centinaia. Non solo perché la “banda dei sardi” ha dato sfogo attraverso alla testata a tutta la sua passione per la fantascienza, ma anche perché i fumetti ambientati nell’universo di Nathan Never sono ormai più di trecento. Non è possibile che segnalarne alcune, le più significative.

E’ doveroso cominciare con I Robot di Isaac Asimov: nel n°1, alla pagina 44, Nathan elenca le tre leggi della robotica e il n°28 ha lo stesso titolo della celebre antologia del Buon dottore. Più volte si attinge a 2001 a space odissey di Arthur Clarke & Stanley Kubric: il n°2 si intitola Il monolito nero (e non c’è altro da aggiungere); l’astronave Princess of Navarra, che compare sull’Almanacco della Fantascienza del 1995 è identica alla Discovery; il modulo di servizio che viene distrutto dai caccia di Melpomene, all’inizio della guerra tra le stazioni orbitanti e la Terra, riproduce fedelmente quello che investe e uccide Frank Poole in una delle scene più drammatiche del capolavoro di Kubric. Il n°11 si intitola Fanteria dello Spazio, come il capolavoro di Robert Heinlein mentre il n°23, Un mondo perduto, si ispira palesemente al bel romanzo di Arthur Conan Doyle e vi appare un lucertolone che è il sosia di Godzilla. Ma non è solo dalla letteratura e dal cinema che gli autori attingono a piene mani. Basti pensare all’astronave Drakkar che compare sul Gigante n°1 e che si direbbe uscita da Star Trek; oppure l’Aquila, l’astronave terrestre in forza alla Base Lunare Alfa in Spazio 1999, che compare alla pagina 41 del n°156 dal titolo La foresta della paura. A volte si va al di là della Science Fiction: l’avventura narrata nei numeri 14 (Terra bruciata) e 15 (I predoni del deserto) è un rifacimento in chiave fantascientifica de Il cavaliere della valle solitaria, western cult interpretato da uno straordinario Alan Ladd. E ci fermiamo qui…

 

Dalla costola di Nathan Never


I meno informati si chiederanno: come possono essere più di trecento i fumetti ambientati nell’universo del nostro eroe se la serie mensile ha preso avvio nell’estate del 1991? E’ presto detto. Alla collana regolare, oltre 160 numeri, si è aggiunto un fortunato spin off, Legs, he ha già superato le 100 uscite. Dobbiamo poi mettere in conto l’Almanacco della Fantascienza (uno all’anno dal 1993); gli Speciali, albi da 128 pagine editi dal 1992 (uno o due all’anno); i sette Nathaneveroni (orripilante neologismo derivato dal meno pernicioso Texone); una dozzina tra Agenzia Alfa (antologie di storie che vedono protagonisti i comprimari della serie principale) e Asteroide Argo (testata che racconta le avventure di due agenti alla deriva su un’asteroide disperso nello spazio: il già citato Jack O’Ryan e April Frayn, sorella di May). Da non dimenticare gli albetti di 20 – 32 pagine che fino a qualche anno fa venivano allegati agli Speciali o ad altre edizioni. Ne sono stati realizzati una ventina, a partire dal mitico Numero Zero del 1991. Degli ultimi sono stati protagonisti gli amici di Nathan: Legs, May, Sigmund e Janine Spengler, simpatica e intraprendente segretaria del direttore dell’Agenzia Alfa. Infine bisognerebbe parlare delle riproposte della Mondadori, di quelle a colori allegate a Famiglia Cristiana, del n°1 miniaturizzato edito dalle Edizioni d’Arte Lo Scarabeo, dei tarocchi magistralmente disegnati da Nicola Mari, delle apparizioni di Nathan su Ken Parker Magazine, su Comic Art

 

Luci e ombre di un fenomeno editoriale


A conclusione di questo - per forza di cose – incompleto viaggio nel mondo di Nathan Never sarà opportuno esporre qualche considerazione su come, in questi anni, si sono evoluti i personaggi e le trame. Qui ci sentiamo in dovere di tirare affettuosamente le orecchie agli autori. Ci sono due “stonature” messe in evidenza più volte dagli appassionati. La prima riguarda il protagonista: Nathan è nato come uomo comune che dà il suo modesto contributo alla società sforzandosi di renderla più umana, più giusta. E’ un poliziotto da giovane e un agente privato nella maturità. Stop. Non pretende di cambiare il mondo in modo sostanziale. Invece più avanti (è quanto emerge dagli Albi Giganti) assume l’identità di Nemo (un’incrocio tra il personaggio di Jules Verne e Capitan Harlok) e diventa il deus ex machina nelle Guerre Tecnobiologiche che contrappongono uomini e tecnodroidi. Salva l’Umanità, la Terra, la Realtà… Non cammina sulle acque, ma poco ci manca. Sua figlia Ann si trasforma in Drakkar, poi in Artisia divenendo una figura messianica dai poteri spropositati (che Fenice, la Jean Grey degli X Men, se li sogna!). Inoltre scopriamo (grazie alla storia inserita in uno degli Almanacchi) che Nathan discende da una dinastia di GRANDI UOMINI: se i governi avessero dato retta a un suo avo - sorvoliamo sugli atti eroici del padre e del nonno – non ci sarebbe stata la Grande Catastrofe addirittura!!! Ma insomma…

Per fortuna la serie regolare è rimasta più fedele al personaggio che abbiamo imparato ad amare agli inizi degli anni ’90.

Seconda incongruenza. OK,OK, al giorno d’oggi ci sono bellezze mature che quanto ad avvenenza e forma fisica non sfigurano al confronto delle figlie. Chissà come saranno nel XXII secolo… Legs è ormai piuttosto “stagionata”, ma le sue avventure non le richiedono una mera esibizione di fascino. Ci sono inseguimenti, sparatorie, scazzottate… Non è un po’ troppo faticoso per una signora che ha passato i cinquanta? E poi scusate, dov’è finita la Rebecca Weaver dalla mascella squadrata che Castellini ha disegnato già nei disegni preparatori del 1989? E chi sarebbe la ragazzina protagonista della testata che ne prende il nome? La nipote? Forse sarebbe stato opportuno “fermare il tempo” della saga, un po’ come hanno fatto gli autori di Tex che ne hanno fissato le gesta in un eterno 1880.

Sono stato troppo duro? Mi faccio perdonare subito… Personalmente non ho mai smesso di apprezzare Nathan Never. Per tre motivi. Innanzi tutto perché affronta tematiche ambientali che mi stanno molto a cuore e che è bene affrontare anche attraverso un fumetto. Poi perché l’Agente Alfa sta dalla parte dei poveri, dei reietti, degli sconfitti e se ne frega dei soldi (insomma è un po’ quello che dovrebbe essere un eroe ideale). Infine perché tutte le migliaia di pagine che disegnatori e sceneggiatori di Nathan Never hanno prodotto in quattordici anni sono un inno e un omaggio alla FANTASCIENZA. Il che, a mio modesto avviso, è assolutamente meritorio.