Eroine del fumetto di fantascienza


dalla Golden Age al Nuovo Millennio

 

di Enrico Di Stefano

 

Il Fumetto, forse perché si serve di un linguaggio meno immediato rispetto a quelli di altre forme espressive, più accattivanti e non altrettanto impegnative, è diventato negli ultimi anni una delle forme “nobili” attraverso le quali si esprime la fantascienza. Considerato dagli studiosi più oscurantisti, ancora oggi, svago da adolescenti, è ormai assurto a forma d’arte. Ne sono interpreti alcuni dei talenti più creativi e visionari del Novecento e d’inizio millennio. Artisti come Moebius, Caza, Pratt, Jodorowskij, Magnus, Gimenez, solo per citarne alcuni, sono noti anche al pubblico dei non addetti ai lavori. Questi disegnatori e sceneggiatori hanno saputo dare ulteriore linfa alla Science Fiction, contribuendo a ridefinirne il ruolo nell’ambito della cultura popolare e trasformandola, forse più della stessa letteratura, in un genere d’élite.

Naturalmente, il mondo delle nuvole parlanti è sempre stato popolato da straordinarie figure femminili, veri concentrati di quelle virtù che sembrano rendere desiderabile una donna: bellezza, coraggio, determinazione, intelligenza. E quale genere più della fantascienza, per definizione innovativo ed aperto alla sperimentazione, poteva generare eroine così proiettate verso un futuro a volte inquietante, a volte incomprensibile, ma sempre affascinante?

L’immagine del “gentil sesso” che scaturisce dalla lettura del fumetto di Science Fiction è, ovviamente, molto cambiata in ottanta anni. Può essere interessante ripercorrere, in breve, le tappe della sua evoluzione.

 

Dai primi passi alla Rivoluzione Sexy

 

In realtà, i primi personaggi femminili del fumetto di fantascienza stentano a crearsi una dimensione autonoma, come accade alle belle Wilma Dering e Dale Arden, relegate al ruolo di deliziose comprimarie rispettivamente di Buck Rogers e Flash Gordon. Siamo negli anni della Golden Age, quelli in cui sulle copertine dei pulp trionfano le immagini di discinte pin up ghermite da improbabili mostri dagli occhi d’insetto. Basta osservarne la postura per intuire che le sventurate non disdegnerebbero il salvifico intervento di un prestante tenente della Pattuglia Spaziale, ennesima incarnazione dell’archetipo del Prince Charming.

Lo status quo si mantiene per oltre un ventennio senza sostanziali cambiamenti. Fino a tutti gli anni ’50, le donne del fumetto di SF non si discostano da quelle che imperversano nei film di Hollywood: belle, eleganti, moralmente inappuntabili, sostanzialmente inoffensive. Un buon esempio è Laura, l’avvenente scienziata che svolge efficacemente la funzione di gradevole tappezzeria nelle strisce del celebrato Jeff Hawke di Sidney Jordan.

L’emancipazione femminile è di là da venire e le ragazze - le brave ragazze della porta accanto - non si sognerebbero mai di entrare in competizione coi maschietti.

Deve scorrere molta acqua sotto i ponti perché accada qualcosa di nuovo, ma alla fine arrivano i fatidici anni ’60 con la loro dirompente capacità di sovvertire i ruoli sessuali.

 

Il decennio si apre in modo assai interessante: appare Oktyabrina personaggio creato nel 1960 in Russia e realizzato da alcuni intellettuali riuniti dietro la sigla PPP (Pornografia Politica Progressista). La disinvolta eroina appare esclusivamente su pubblicazioni clandestine e viene fatta conoscere in occidente da uno dei membri del collettivo, il cecoslovacco Petr Sadecky. Bellezza anomala e piuttosto in anticipo sui tempi, per la durezza dei tratti e per la fisicità decisamente “muscolare”, Oktyabrina è una bandiera della rivoluzione pur essendo palesemente schierata contro ogni forma di autoritarismo. In quanto prodotto dissidente non può circolare nell’URSS, ma lascia un segno duraturo: in Finlandia, nel 2003, esce un film diretto da Jyrki Pitkä, Octobriana the finger of Lenin, che riprende le vicende narrate nel fumetto.

Dopo lo sperimentalismo del PPP, la “rottura” con il passato si verifica in modo prepotente nella sempre fertile Francia: un talentuoso disegnatore francese, Jean Claude Forest, crea Barbarella. Si tratta forse della più riuscita figura femminile del fumetto di SF in assoluto. Le sue straordinarie avventure in giro per la galassia sono la metafora delle nuove esperienze e degli orizzonti inesplorati ai quali si affaccia l’universo femminile. Assolutamente libera da pregiudizi e perfettamente consapevole delle proprie capacità, l’eroina incarna più di qualunque altra il rinnovato status psicologico, prima che sociale, della donna occidentale. La trasposizione cinematografica delle sue avventure, ad opera del regista francese Roger Vadim, la vede impersonata da Jane Fonda, attrice che per scelte di vita ed ideologia sembra esserne la naturale interprete.

La viaggiatrice spaziale non rimane a lungo da sola nel panorama del fumetto francofono di SF: quasi altrettanto sexy, inguainata com’è in tutine aderenti, è l’intraprendente Laureline, compagna d’avventure di quel Valerian disegnato magistralmente da Jean Claude Mézières.

Il vecchio continente è in fermento un po’ dappertutto, ma non tutti i paesi sono pronti ad accettare la ventata di dirompente sovversione che accompagna le eroine della Science Fiction.

Nel 1969 l’inglese Jo Adams realizza Scarth, fumetto apparso a puntate su The Sun. Le vicende della bella protagonista (che gratificherà gli appassionati d’oltre Manica del primo nudo integrale del fumetto britannico) si svolgono nel 2170 e comprendono viaggi a zonzo per il tempo e lo spazio. In questo caso, ovviamente, non insorgono problemi con la libertà di stampa. Ma il disagio serpeggiante tra i lettori più ossequiosi al puritanesimo d’oltre Manica decreta la fine delle pubblicazioni dopo appena un biennio.

La seconda metà del decennio vede anche in Italia la comparsa di alcuni interessanti personaggi femminili. Valentina di Guido Crepax si cimenta solo occasionalmente con storie di fantascienza (I Sotterranei, 1966 - L’astronave pirata, 1968) ma queste ultime sono sempre assai suggestive, per l’originalità delle trame e per le ambientazioni dalla forte connotazione onirica.

Gesebel di Magnus & Bunker è invece una perfetta espressione del genere: vive infatti le sue avventure nello spazio al comando di un gruppo di Amazzoni Cosmiche. Le sue storie sono condite di una robusta dose di erotismo e di un pizzico d’ironia.

Tra i personaggi minori ricordiamo Uranella (1966, Edizioni Bianconi) L’eroina è una principessa esiliata dal suo pianeta da Morbus, vilain dotato addirittura di poteri magici. La suggestione erotica non supera  il livello di guardia del soft. Le storie sono di Arnoldo Piero Carpi mentre i disegni sono di Floriano Bozzi.

 

Amazzoni & Guerriere

 

Gli anni ’70 sono quelli in cui la donna, rotti gli indugi e superate le residue remore culturali, cerca di affermare la propria capacità di eccellere in tutti i campi. I personaggi femminili del fumetto di fantascienza, anche se creati quasi sempre da uomini, ribadiscono questa aspirazione. Tengono banco le eroine apparse nel decennio precedente, con poche eccezioni. Due meritano di essere ricordate.

La prima è Cosmine l'atomica del sesso (Elvipress,  1973) che introduce quella componente esplicita di erotismo nella fantascienza a fumetti italiana che verrà sviluppata compiutamente nel decennio successivo. L’avvenente fanciulla è un robot – anche piuttosto pericoloso – che vive alternativamente momenti di passione e scontri violenti. Le sue avventure si svolgono in un mondo postatomico il cui ambiente naturale è stato compromesso dalle radiazioni. Diversi gli autori che si sono alternati nella realizzazione della saga. Vanno ricordati, tra gli altri, Silverio Pisu e Remo Pizzardi.

La seconda è rappresentata dal popolo di amazzoni creato da Roberto Bonadimani in Uri. Questo racconto a fumetti, pubblicato su Robot nel 1977 (dal n° 10 al n° 14), presenta una comunità femminile organizzata secondo una rigorosa gerarchia e dotata di un forte apparato militare. Ma il sentimento e la passione sono sempre in agguato…

Al di là dell’Oceano Atlantico sembra esserci poco spazio per i personaggi femminili. Negli U.S.A. il pantheon supereroistico è dominato da figure maschili, sia pure straordinarie. Poche le eccezioni, tra cui le formose bellezze disegnate da Richard Corben ed inserite nei suoi magnifici albi. Dal Sud America arriva forse il più grande fumetto di fantascienza di tutti i tempi, L’Eternauta di Oesterheld & Lopez, ma il suo protagonista ed i personaggi principali sono uomini.

 

Roberto Bonadimani, nel 1980, pubblica per la NORD (casa editrice non specializzata nel fumetto, ma che in questo caso compie una scelta coraggiosa ed azzeccata) le avventure di Anyha. Si tratta di un’amazzone, ma pacifista, nonostante l’impressionante abilità con la spada, e schierata contro i guerrafondai della città di Atlan. La complessità del personaggio è sottolineata dalla figura snella, quasi adolescenziale, e dal viso molto espressivo.

Con Anyha si chiude un’era, quella degli anni ’70, che privilegia idee, sentimenti e aspirazioni. Dalla prima metà degli anni ’80 in poi i personaggi femminili sono caratterizzati dal comune denominatore rappresentato da una prorompente fisicità.

Data per scontata l’emancipazione della donna, le eroine del fumetto di fantascienza possono lanciarsi verso nuove mete, lasciandosi alle spalle le più o meno esplicite rivendicazioni dei ’60 -’70. Alcune di queste “primedonne” sono particolarmente affascinanti. E’ il caso di Milady, ovvero Paulonia Romana Contessa Zumo, nobildonna nonché agente speciale al servizio della dinastia imperiale Nikka. Creata dal solo Magnus, che la disegna con tecnica essenziale ma efficacissima, esprime un’aggressività ed una consapevolezza del proprio rango addirittura sconcertanti.  

Un eccellente disegnatore romano, Paolo Eleuteri Serpieri, dà vita ad un personaggio destinato ad entrare prepotentemente nell’immaginario maschile degli amanti del fumetto di Science Fiction. Viso d’angelo incorniciato da capelli neri e lisci, seno generoso, gambe tornite e perfette, un fondoschiena diventato leggendario, Druuna è l’incarnazione di tutto ciò che un uomo vorrebbe trovare - almeno per quanto riguarda l’aspetto fisico - in una donna. Una simile bellezza rimane incontaminata pur dovendo affrontare svariate peripezie in un mondo preda di una terribile malattia che corrompe i corpi e sconvolge le menti, il Morbus Gravis. Il personaggio conosce un notevole riscontro di vendite che spinge il suo creatore a realizzare, negli anni successivi, numerose nuove storie. Queste finiscono per assumere una sempre più spiccata connotazione hard per via delle scene di sesso esplicito, ma ciò non toglie nulla al fascino del fumetto.

Druuna, per certi versi, segna una svolta nel modo di rappresentare i le figure femminili del fumetto di fantascienza. Venuto meno il timore di passare per maschilisti ed a fronte del trionfo della cultura dell’immagine, gli autori si sbizzarriscono nel disegnare bellezze mozzafiato.

 

Maggiorate alla riscossa

 

I personaggi femminili più riusciti degli anni ’90 e di inizio millennio vengono da artisti argentini. Alla coppia formata da Carlos Trillo & Carlos Meglia si deve Cybersix. Questa è una creatura artificiale creata in laboratorio dal Dottor Von Reichter, un folle nazista esperto di tecniche di clonazione che - come tutti gli appartenenti alla sua categoria - si propone di conquistare il mondo. La giovane ed avvenente ragazza, sottrattasi al potere del malvagio scienziato, vive le sue avventure a Meridiana, una cupa città dalle architetture gotiche.

Juan Zanotto è invece il “papà” di Barbara e Falka. La prima è una ribelle sudamericana che si oppone al dominio della Terra da parte di una bellicosa razza aliena, gli Adri. La seconda è la protagonista della fortunata saga Orizzonti Perduti, una vicenda imperniata su una guerra interstellare e che si svolge sul pianeta Alphard IV. Soprattutto Falka è un personaggio notevole. In realtà si tratta di un maschietto che si ritrova intrappolato nello splendido corpo di un’amazzone a causa di una irreversibile tecnica di camuffamento. Forse per questo preferisce le ragazze ed il fumetto, oltre a numerosi nudi femminili, presenta parecchie scene d’amore saffico.

Qualche volta la fantascienza passa in secondo piano, rispetto all’erotismo. E’ il caso di Lorna, procace fanciulla nata dalla matita dello spagnolo Alfonso Azpiri, le cui avventure ambientate su una gigantesca arca spaziale la vedono, il più delle volte, senza veli. Il fumetto è realizzato con grande maestria dall’artista iberico che riesce, inoltre, a sdrammatizzare l’insieme grazie ad una buona dose d’ironia.

Nel ribollente universo della Bande Dessinée spicca la protagonista di Sillage, un’avventura spaziale firmata da Morvan & Buchet: la giovanissima Navis, unica umana a bordo di un convoglio di astronavi, viene concupita da diversi personaggi e deve lottare per la propria incolumità. A dispetto dell’età, la ragazza si dimostra decisamente volitiva e ricca di risorse.

E’ interessante notare che dopo gli exploit degli anni ’60 e ’70, il fumetto francese non produce nuovi personaggi di rilievo, se si escludono alcune affascinanti comprimarie (tra tutte Jill Bioskop alla quale Enki Bilal dà molto spazio ne La fiera degli immortali).

In Italia, Alessandro Barbucci e Barbara Canepa realizzano uno dei più riusciti fumetti di fantascienza degli ultimi anni: Sky-Doll. Ne è protagonista Noa, una deliziosa fanciulla (in realtà è un robot) che vive le sue avventure ambientate in un futuro dalle atmosfere decisamenti decadenti. A ben guardare, sotto una patina di leggerezza ed ironia, l’opera affronta tematiche piuttosto impegnative come, ad esempio, il rapporto tra la religione ed il potere invasivo dei mass media.

Molto interessante è la spettacolare Ines, ideata nel 2002 da Celestino Pes e disegnata da Roberto Baldazzini. Gli autori creano un’ambientazione distopica per una bellissima mora che, per via del fisico prorompente, viene definita “ragazza pneumatica”. La protagonista, utilizzata come icona femminile da un governo autoritario e oligarchico, finisce per manifestare un crescente disagio nell’impersonare il suo ruolo di bellezza di “regime”.

Nel 2003 è la volta di Morgana, eroina di un fumetto disegnato da Mario Alberti e scritto da Luca Enoch. La storia è una commistione di fantasy e fantascienza con un’ambientazione ipertecnologica che fa da sfondo all’agire di personaggi (Merlino e la stessa Morgana) mutuati dai cicli arturiani.

 

Se passiamo al fumetto seriale, più unica che rara è la figura di Legs Weaver. La sua peculiarità è dovuta alla evoluzione inaspettata, almeno per i lettori, che subisce il personaggio. Nata come compagna d’avventure di Nathan Never, all’inizio viene rappresentata come una ombrosa quarantenne dal passato assai travagliato e dalla ambigua sessualità. Quando poi, prima tra le eroine di casa Bonelli, diviene protagonista di una serie autonoma, si ritrova ad essere trasformata in una ventenne sbarazzina. Non solo i profili psicologici, ma anche i tratti del viso delle due Legs sono ben diversi: piuttosto duri e spigolosi nella versione matura, inizialmente disegnata da Claudio Castellini; dolci e delicati in quella giovanile, resi in modo compiuto dalle matite di Mario Atzori.

Merita di essere citata una delle eroine minori nell’universo degli Agenti Alfa. Si tratta di una comprimaria, ma tanto apprezzata dal pubblico da meritarsi alcuni mini albi da protagonista: May Frayn. Mora, formosa e dotata di un seno addirittura eccessivo, delizia i lettori con le tutine attillate che indossa in missione e con i pizzi della sua lingerie. Il personaggio comunque è protagonista di un percorso di maturazione nell’arco di un decennio: se all’inizio incarna il ruolo della fatalona capace di manipolare gli uomini a suo piacimento (si serve ampiamente di questo “superpotere” per portare a buon fine numerose indagini), con il passare degli anni lascia trasparire la sua componente materna, fino a compiere il passo dell’adozione. 

Sempre alla “scuderia” Bonelli appartiene Gea. Si tratta di una adolescente che conduce due vite parallele: è, al tempo stesso, una studentessa come tutte le altre ed un Baluardo, un guardiano incaricato di impedire l’ingresso di malvagie creature extradimensionali nel nostro mondo.

Testi e disegni del fumetto sono di Luca Enoch.

 

Donne e Futuro

 

Come concludere questa – per forza di cose incompleta – rassegna di alcune delle più note figure femminili della fantascienza a fumetti?

Qualche considerazione è d’obbligo.

I creatori delle eroine di cui abbiamo parlato, con pochissime eccezioni, sono uomini. Probabilmente questo è il motivo per il quale il comune denominatore dei vari personaggi è la grande bellezza fisica. Fateci caso, quasi tutte le primedonne del fumetto di Science Fiction, apparse dopo Druuna, sono caratterizzate da un seno imponente (…qualcuno, riferendosi a Cybersix, sostiene che la seconda parte del nome si riferirebbe alla misura del reggiseno!). Tuttavia sarebbe sbagliato considerare Falka, May e compagne delle semplici bambolone.

In realtà questi personaggi incarnano un’ideale di libertà e giustizia che, chissà per quale recondito meccanismo culturale, i maschi occidentali ricercano in una figura femminile. Forse – permettetemi una congettura che non ha nessuna pretesa di svelare arcane verità – noi uomini, più o meno inconsapevolmente, cerchiamo per tutta la vita una donna che sappia indicarci la direzione da seguire.

In fondo, anche la storia e la mitologia sono piene di simili figure: da Giovanna d’Arco a Dolores Ibarruri; da Iside ad Atalanta.

Per altri versi, come accennavamo nell’introduzione, la capacità di proiettarsi in avanti, verso nuove realtà ambientali e culturali, è forse la caratteristica principale della fantascienza. E non dobbiamo dimenticare che a partire dal dopoguerra è stata la donna il fulcro e la protagonista dei maggiori cambiamenti nel costume e nella società dell’Occidente.

Questa appartenenza geo – politica non ha un peso trascurabile: non dimentichiamo che la donna è ancora discriminata laddove esistono forti resistenze culturali nei confronti della modernità; in questi contesti si cerca di ricacciarla nel ruolo di custode della dimensione domestica intralciandone la proiezione verso l’esterno.

Senza andare troppo lontano, alcune recenti prese di posizione della Chiesa Cattolica nei confronti del Femminismo lasciano quanto meno perplessi.

Ma dove femminilità e partecipazione alla vita civile vanno di pari passo, il “gentil sesso” ha ridefinito il proprio ruolo ed è riuscito ad ampliare la propria capacità di incidere sul tessuto sociale fino al punto - sostengono alcuni studiosi -  di preparare il terreno all’avvento di un Nuovo Matriarcato.

Forse stiamo per assistere al terremoto culturale più eclatante dai tempi della Rivoluzione Francese. Quindi non c’è da stupirsi se i personaggi più incisivi della fantascienza, non solo a fumetti, vengono incarnati da figure femminili.