Due avventure fantascientifiche di Tex & Zagor

 

di Enrico Di Stefano

 

I vastissimi territori del Nord America, teatro della stragrande maggioranza delle loro avventure, sono il principale elemento che accomuna Tex e Zagor, i due eroi più noti di Casa Bonelli. Gli archi temporali in cui agiscono si sovrappongono solo in parte, dato che le storie di Aquila della Notte sono ambientate nella seconda metà dell’Ottocento mentre quelle che vedono protagonista lo Spirito con la Scure si svolgono intorno agli anni ’30 o ’40 dello stesso secolo. Infatti, negli unici due team up che li vedono incontrarsi e collaborare, il primo è poco più che ventenne mentre il secondo ha passato la cinquantina. Visti i tempi e i luoghi che fanno da scenario alle loro avventure, il genere di riferimento è giocoforza il western, ma a volte ibridato da elementi fantastici: soprannaturali, horror o, addirittura, fantascientifici. Questi ultimi, più frequenti nelle avventure di Zagor e meno in quelle di Tex, hanno comunque fatto da spunto a storie memorabili, tra le più apprezzate dal vastissimo fandom.

Recentemente i due eroi si sono ritrovati alle prese con situazioni tipiche della più classica Sci-Fi. Il ranger del Texas nei numeri 762 Il mistero del Monte Rainier, 763 La vetta degli spiriti e 764 I demoni dei ghiacci della serie regolare; il protettore della Foresta di Darkwood con uno degli episodi di Zagor Più n°7 (2022) dal titolo L’uomo venuto dal futuro. Nel primo caso tutto ruota intorno a una razza aliena capitata sul nostro pianeta, nel secondo il motore della vicenda è una macchina del tempo. Due temi classici della fantascienza, dunque, ma andiamo con ordine.

I tre episodi di Tex, apparsi tra l’aprile e il giugno di quest’anno, riprendono una vicenda raccontata nei numeri 282/283 e pubblicati nel 1984. Rappresentano, quindi, un sequel apparso in edicola esattamente a distanza di quaranta anni da quegli albi che si intitolavano Un mondo perduto e Il carro di fuoco.

Il luogo in cui sono ambientati tutti questi episodi è il più selvaggio che si possa immaginare: il Monte Rainier, il temibile vulcano della Cintura di Fuoco Circumpacifica che incombe sulla città statunitense di Tacoma. Ma non è una eruzione esplosiva il pericolo che minaccia il nostro eroe e i suoi pards. Questa volta c’è di mezzo una razza aliena che prende il nome di Eskindar. Il mistero, la cui superficie veniva appena scalfita nei due albi degli anni ’80, trova finalmente soluzione in queste ultime uscite: gli alieni sono naufraghi desiderosi di tornare al loro pianeta natale; la riparazione della loro astronave danneggiata ha richiesto tempo, lunghi anni, ma alla fine sono riusciti a rimetterla in grado di affrontare nuovamente gli spazi siderali. I Ghundar, fedeli servitori umani degli extraterrestri, vigilano sulla sicurezza dei loro padroni e cercano di impedire a Tex e ai suoi compagni di scoprire l’enigma che si cela nelle viscere del vulcano. 

A parte la premessa fantascientifica, questa storia non si discosta nelle linee generali da quanto si vede normalmente nella collana. Ci sono le immancabili sparatorie, le scazzotate di rito e i nostri eroi affrontano le varie situazioni che si presentano con il consueto buon senso di chi è abituato a sopravvivere nei vasti territori della frontiera americana. Diciamo che, nonostante la presenza dell’elemento fantascientifico, manca quel sense of wonder che costituisce un pilastro imprescindibile del genere. In questo caso il ranger e i suoi pards non si scompongono più di tanto alla vista di macchine, armi e creature che non possono appartenere al loro mondo. Restano solidamente ancorati alla loro concretezza di fronte ad avvenimenti che stravolgerebbero l’esistenza di chiunque. Sostenuti dalle loro certezze, affrontano gli antagonisti di turno e, archiviato il caso, si ritrovano in sella pronti ad affrontare nuovamente banditi, politici corrotti e comancheros.

È doveroso ricordare che Aquila della Notte si è più volte misurato con creature provenienti da altri mondi. Ad esempio, in una storia risalente agli anni ’60, La valle della Luna, ripubblicata nel 1992 come supplemento a colori del settimanale Il Sabato. Ma non sono solo le civiltà provenienti dallo spazio a rappresentare un’insidia. L’esobiologia è presente anche con esseri non senzienti, come le piante vampire portate sulla Terra da un misterioso meteorite che appaiono nell’avventura dal titolo Il fiore della morte ripartita sui numeri che vanno dal 161 al 163 delle serie regolare. Insomma, ciò che arriva dallo spazio esterno, è puntualmente pericoloso. Diciamo che nel mondo “texiano” la vita è sicuramente diffusa nell’universo, ma la componente fantascientifica, benché ricorrente, è decisamente marginale nel quadro complessivo delle vicende che vedono protagonista il ranger. Inoltre, l’elemento fantastico è del tutto assente, almeno fino al momento attuale (mentre scrivo siamo arrivati al n°68), in Tex Willer, testata che rappresenta un prequel della serie regolare. Per dirne una, vi appare un villain formidabile, quello Steve Dickart meglio conosciuto dai fan come Mefisto. Ma è ancora giovane e si limita a commettere le sue malefatte servendosi esclusivamente di trucchi da illusionista. L’elemento magico/horrorifico che ne caratterizza le apparizioni successive è di là da venire.

Il discorso è assai diverso nel caso di Zagor. Tanto per cominciare, gran parte delle sue avventure si svolgono nel fitto della foresta immaginaria di Darkwood, idealmente collocata nei vasti territori a sud del Michigan. Si tratta di un luogo quasi sempre in penombra, scenario ideale in cui sviluppare trame dense di mistero. Ambiente ben diverso dalle sconfinate pianure bruciate dal sole in cui si trova ad operare, il più delle volte, Tex. Sarà un caso, ma l’appellativo “Spirito con la Scure” sembra sottintendere qualcosa di sovrannaturale mentre il nome originale del personaggio, Patrick Wilding, non viene praticamente mai utilizzato.

Ben più avvezzo ad affrontare l’inesplicabile rispetto al più giovane collega, Zagor incontra un viaggiatore del tempo, come detto in precedenza, in una storia extra pubblicata nel novembre del 2022. Questa volta il villain si chiama Zellar ed è un fanatico ammiratore del malvagio scienziato Garth Hellingen, il più implacabile tra gli avversari del nostro eroe. Deciso ad aiutare il suo idolo nella conquista del mondo, viaggia dal futuro fino alla prima metà del XIX secolo al solo scopo di uccidere lo Spirito con la Scure. Quest’ultimo, fortunatamente messo in guardia da un messaggio olografico registrato da un collega di Zellar, riesce a neutralizzare la minaccia e a consegnare il criminale alla giustizia del suo tempo.

Quasi ordinaria amministrazione per l’uomo che si è trovato più volte di fronte al gigantesco e distruttivo robot Titan, tipico prodotto della mente malata di Hellingen (prima apparizione nell’albo n° 11 L’isola della paura) e il vampiro ungherese Bela Rakosi (prima apparizione nell’albo n° 85 dal titolo Angoscia!).

La storia, breve e autoconclusiva, non aggiunge molto alla continuity della serie ormai giunta al numero 759, ma è coerente con lo spirito che anima un personaggio che intrattiene un numeroso e affezionato fandom dall’ormai lontano 1961.

Patrick, ormai votato al ruolo di protettore del suo ambiente e delle persone che lo popolano, è pronto ad affrontare qualsiasi sfida con il coraggio e la determinazione che lo contraddistinguono. Tuttavia, nonostante le infinite avventure affrontate, mostra ogni volta uno stupore che, nonostante le straordinarie abilità possedute, lo rendono assai umano. In un certo senso, Zagor è un personaggio più “versatile” rispetto a Tex e, mi sia concesso, per certi versi più vicino al lettore. I suoi albi sono l’espressione di un gusto per l’avventura a trecentosessanta gradi che gli conferiscono margini di libertà più ampi rispetto a quelli concessi al collega texano. Quest’ultimo risulta, in un certo senso, più “monolitico” tanto da mostrare, almeno agli occhi di chi scrive, dei tratti che ricordano gli inossidabili supereroi della Golden Age. Resta sorpreso di fronte a certi eventi che sembrano cozzare col senso comune ma, come Ercolino sempre in piedi, un giocattolo in voga negli anni ’60 che qualcuno dei lettori ricorderà, riacquista immediatamente il roccioso equilibrio che ne costituisce una delle caratteristiche distintive. Forse per questo, di fronte all’inesplicabile, si mostra ferreamente razionale e ricorre, quando necessario, all’aiuto di uno dei suoi amici di vecchia data, uno dei personaggi più amati dai lettori bonelliani: lo scienziato egiziano El Morisco.

Tex e Zagor, due personaggi straordinari che hanno fatto la storia del fumetto italiano, rimangono tra le letture preferite dagli appassionati di casa nostra, ma hanno personalità che gli autori hanno fatto evolvere in direzioni assai diverse. La serialità delle collane, un vincolo cui gli sceneggiatori devono sempre sottostare e che in un certo senso rappresenta per loro una sorta di Fatica di Sisifo, ha fornito gli enormi margini temporali che hanno reso spontaneo questo processo. Il ranger del Texas è stretto parente degli eroi western che ci ha regalato Hollywood. A Richard Widmark e John Wayne lo accomunano i tratti somatici che sembrano scolpiti nella roccia. Lo spirito con la scure, invece, è capace di momenti scanzonati e non lesina i sorrisi, soprattutto quelli indulgenti rivolti all’amico Cico

Per quanto mi riguarda, la lettura delle storie di entrambi, al di là delle affinità e delle differenze, è sufficiente a generare il mero e fanciullesco piacere dell’immersione nel magico mondo dell’Avventura. Hanno incrociato la mia strada quando ero un bambino, oltre mezzo secolo fa, e continuano a farmi piacevolmente compagnia ancora ogg