"A.I." di Steven Spielberg (2002) - Warner Bros

 

Il destino dei più celebrati film di fantascienza, almeno negli ultimi anni, sembra quello di innescare una serie inesauribile di polemiche. E' successo a Matrix ed a Mission to Mars (dei quali ci siamo occupati nello scorso numero) e sta puntualmente verificandosi anche con A.I. l'ultima fatica del Mida di Hollywood, Steven Spielberg

Probabilmente, molte critiche sono state mosse a causa del fatto che il film è stato per lungo tempo uno dei progetti giacenti nel cassetto di Stanley Kubrick.

L’autore di capolavori assoluti, come Orizzonti di Gloria e Arancia Meccanica,  intendeva  completare il discorso sulle intelligenze artificiali già intrapreso con 2001 a Space Odissey.

Dopo aver letto, nel Dicembre del 1969, il racconto Supertoys last all summer long del grande Brian Aldiss, Kubrick decise di intraprendere una nuova avventura nella fantascienza cinematografica. Ma problemi tecnici ed organizzativi (si dice dovuti alla scarsa dimestichezza del regista con i bambini) fecero slittare la realizzazione dell’opera. Nonostante ciò, nel corso degli anni ’90, Kubrick cercò di coinvolgere l’amico Steven Spielberg nel progetto A.I.

Morto il Maestro, nel Marzo del 1999, la vedova propose nuovamente all’autore di Jurassic Park di girare il film. Il resto è storia.

Portare a compimento un’opera iniziata da un grande artista non ha mai portato consensi a nessuno. Diventano inevitabili considerazioni del tipo: “Il Maestro avrebbe fatto altrimenti!” oppure “Sarebbe stato meglio lasciar perdere!”.

Il che è capitato puntualmente a Steven Spielberg.

In realtà, A.I. è un film che offre il fianco a dure critiche (effettivamente è lento e ridondante), ma che non può essere tacciato di banalità.

Tanto per cominciare, la fantascienza cinematografica, soprattutto negli ultimi anni, non ha affrontato di frequente la tematica della discriminazione. Inoltre il punto di vista dei bambini (sia pure robot) viene, il più delle volte, ignorato o ridotto a scontati siparietti sdolcinati.

Invece David, il piccolo protagonista, viene discriminato (perché diverso) ed usato in un gioco, quello delle nevrosi affettive degli adulti, che ubbidisce a regole e motivazioni di fronte alle quali egli è una mera pedina.

Secondo noi, A.I. può essere accostato ad un altro interessante film che ha suscitato più critiche che consensi: L’uomo bicentenario di Chris Columbus, realizzato nel 1999 ed ispirato ad un racconto di Isaac Asimov. Anche questo tratta di discriminazione e, soprattutto, della ricerca non tanto di una dimensione umana ed ”omologante”, ma della dignità che dovrebbe essere riconosciuta ad ogni essere unico e senziente.

Questo è il vero denominatore comune dei due film. In entrambi ci troviamo di fronte ad uno sviluppo tecnologico che mette sul mercato dei super giocattoli capaci, addirittura, di intendere e volere. Quando questi non servono più, è lecito disfarsene o sforzarsi di ignorarne l’esistenza.

Nella realtà, il mondo industrializzato ha già questo atteggiamento nei confronti dei beni di consumo (automobili, elettrodomestici, telefonini…) e non è detto che le cose cambierebbero di fronte ad articoli dotati di una coscienza autonoma.

E’ eccessivamente ardito ipotizzare il verificarsi di un simile scenario in un futuro non troppo remoto?

Sembra proprio di no, purtroppo.

Comunque, non sparate su A.I. Spielberg non ha usurpato nulla, ha soltanto girato un film coerente, per linguaggio e meccanismi narrativi, con quanto già espresso dalla sua filmografia.

L’autore di bellissime opere, come Il colore viola, Salvate il soldato Ryan e Schindler list, non ha fatto altro che proiettare nel futuro alcune delle ossessioni di massa (il figlio ad ogni costo, il disagio di fronte alla diversità, la mercificazione dei sentimenti) già fortemente radicate nella moderna coscienza collettiva. La capacità di ipotizzare scenari sociali possibili non è una delle cose che preferiamo nella SF? 

 

SCHEDA DELL’OPERA


Titolo:          A.I.

Durata:          144 minuti

Anno:            2001

Produzione:        Warner Bros  U.S.A.

Regia:           Steven Spielberg

Interpreti:      Haley Joel Osment - Jude Law