"Ascensore per la Luna" di David Gerrold (2002) - Mondadori

 

Cominciamo col dire che la storia narrata in Ascensore per la Luna sembrerebbe non aver nulla di particolarmente originale. Si tratta del viaggio verso le stelle intrapreso da tre ragazzi accompagnati dal padre. La prima parte dell’avventura, quella presentata nel romanzo, si svolge a bordo di uno dei più straordinari mezzi di trasporto mai immaginati dalla SF: l’ascensore orbitale. In parole povere, una struttura verticale, realizzata con materiali dalle eccezionali proprietà meccaniche, che si innalzerebbe dall’equatore terrestre per decine di migliaia di chilometri inoltrandosi nello spazio.

L’idea di una simile realizzazione è già stata sfruttata da altri, tra i quali Arthur Clarke in 3001 Odissea Finale.

E’ inutile dire che una simile opera d’ingegneria risolverebbe parecchi problemi legati ai costi delle missioni spaziali (chiudendo gli occhi sull’impatto ambientale, ovviamente). Invece di bruciare quantità esorbitanti di combustibile per immettere in orbita poche tonnellate di materiale, basterebbe spedirle su in ascensore.

Ci troviamo di fronte all’ennesima prova di David Gerrold alle prese con quella fantascienza tecnologica ed avventurosa che viene classificata come hard SF. Di questo sottogenere l’autore californiano è uno dei maestri indiscussi ed i suoi lettori sanno di poterne acquistare “a scatola chiusa” i romanzi, avvincenti e mai banali. Ma chi si accosta a questo testo aspettandosi soltanto inseguimenti, complotti e via dicendo ha la sorpresa di trovarsi tra le mani un’opera dagli inattesi risvolti sociologici.

Ascensore per la Luna rimane senz’altro, per buona parte delle sue 250 pagine, una sana avventura di SF classica: c’è la tecnologia futuribile, c’è il collasso dell’ecosistema terrestre, c’è un sistema sociale che prevede forme parziali di schiavitù, c’è la possibilità di intraprendere viaggi alla volta di stelle lontane.

E ci sono i tre figli di una coppia divorziata: Douglas, Charles e Robert Dingillian.

I giovani protagonisti arrivano, dopo varie peripezie, alla stazione Geostationary - posta a due terzi della struttura – sulla quale la loro avventura si conclude con un inatteso epilogo. Questo vede il padre e la madre darsi battaglia di fronte al tribunale di Geostationary. La posta dovrebbe essere la custodia dei ragazzi. In realtà si tratta di un gioco al massacro alimentato dall’odio reciproco. Lo scontro tra gli ex coniugi si svolge senza esclusione di colpi, non tralasciando l’uso ricattatorio del concetto di “bene dei figli”. La sentenza, pronunciata da un giudice dai modi spicci ma efficaci, è drastica: a Charles è concesso il “divorzio” dai genitori indegni. A questi viene revocata la potestà sui figli. Il maggiore dei tre, Douglas, ormai maggiorenne, diviene il tutore dei fratelli minori.

Questa è la vera componente fantascientifica del romanzo; qui sta l’esplorazione di un Mondo Possibile. La situazione nella quale si trovano i tre giovani protagonisti è quella vissuta nel mondo reale da una gran massa di bambini ed adolescenti. Diciamoci la verità, soprattutto noi che siamo sposati e genitori: non abbiamo più la pazienza ed il riguardo verso le giovani generazioni che avevano i nostri nonni. Crediamo di essere più tolleranti ed aperti alle loro esigenze. Ma regalare vacanze studio, telefoni cellulari e capi firmati non rappresenta una misura dell’amore. E’ soltanto una comoda scorciatoia per mettere a tacere ben altre esigenze.

Gerrold, in questo romanzo, rifugge dalle favolette edificanti tipiche della sitcom americana. Non fa trionfare l’Happy End. Non fa vincere la famiglia sorridente della pubblicità. Descrive un futuro nel quale - non contando l’ambiente al tracollo e l’economia legata alla schiavitù - i figli hanno la possibilità di ripudiare i genitori. Inquietante? Tranquilli, è solo fantascienza!

 

SCHEDA DELL’OPERA


Titolo:  Ascensore per la Luna

Autore:  David Gerrold

Pagine:  250

Editore: Mondadori

Collana: Urania

Prezzo:  3,55 €

Uscita:  Maggio 2002