"Alien Factor" di Stan Lee & Stan Timmons (2003) - Mondadori

 

Premetto che i libri scritti a quattro mani mi hanno sempre lasciato un po’ perplesso. Anche perché i risultati non mi sono mai sembrati gran che (con le dovute eccezioni: chi volesse screditare La Macchina della Realtà di Gibson & Sterling dovrà passare sul mio cadavere).

Alien Factor costituisce il primo romanzo di fantascienza di Stan Lee. Certo, può suonare strano considerare esordiente un ottuagenario, ma il “sorridente”, come è conosciuto nel mondo del fumetto, può vantare un curriculum a dir poco impressionante. Non ce ne voglia il poco noto Stan Timmons, sceneggiatore di alcune avventure degli X-Men, se lo consideriamo una “spalla”, ma il Grande Vecchio è proprio una figura ingombrante.

Nato a New York nel 1920, Stan Lee ha iniziato giovanissimo a lavorare nel mondo del fumetto, diventando a soli ventidue anni editor della Timely. Questa era una casa editrice specializzata in comics, anche del genere supereroistico, all’interno della quale il “sorridente” ha acquisito uno straordinario bagaglio di esperienze professionali.

Nel 1962 per la Marvel (nuova denominazione della Timely) crea un personaggio destinato a sconvolgere il mondo dei supereroi e ad incidere profondamente nell’immaginario degli amanti del fumetto: l’Uomo Ragno. Fino ad allora i fan avevano seguito le storie di Superman e degli altri pressoché invincibili personaggi della DC (per Batman sarebbe necessario un discorso a parte). Stan Lee conia uno slogan che farà epoca: “superereoi con superproblemi”. E sono davvero rogne immense quelle che devono affrontare personaggi come Peter Parker (è il nome “da civile” del caro ragnetto), Ben Grimm (la Cosa), il cieco Matt Murdock (Devil), Bruce Banner (Hulk), Hank McCoy (la Bestia).

Ma veniamo ad Alien Factor…

La vicenda ha inizio nel 1942 (come nel Ciclo dell’Invasione di Turtledove) in un paesino della Francia occupata dal Reich. Il piccolo Marcel assiste all’atterraggio di una astronave aliena, danneggiata da un colpo sparato dalla contraerea tedesca.

Sulla fattoria nella quale vive il ragazzino piomba un reparto delle SS, comandato dal cattivone di turno: l’Oberführer Werner Borck. I nazisti si impossessano dell’astronave, dei suoi due occupanti e fanno prigionieri i nonni di Marcel.

Da questo momento la vicenda assume i connotati della classica corsa contro il tempo: da un lato i tedeschi che cercano di impossessarsi della tecnologia che consente al disco volante di viaggiare tra le stelle; dall’altro gli alleati che, per impedire tutto ciò, inviano un commando guidato dal capitano Joe Logan, un reduce di Dieppe (per chi non lo sapesse, nel 1942 gli alleati fecero sbarcare 5000 soldati nel nord della Francia giusto per fare una prova generale del D-Day. E’ inutile dire che pochissimi scamparono alla morte o ad una dura prigionia).

Alla fine i buoni vincono, anche grazie ad un robusto intervento dei B17. Borck viene linciato dai prigionieri liberati dal commando, Logan può tornare tra le braccia di una fascinosa cantante francese con la quale ha intrecciato una love story e Marcel può riabbracciare i nonni.

Alien Factor, se escludiamo l’ambientazione durante la seconda guerra mondiale, abbastanza frequente nella SF più recente, ha un impianto piuttosto tradizionale.

Non è particolarmente lungo - 250 pagine - ed è caratterizzato da un ritmo elevato, descrizioni ridotte all’essenziale e dialoghi serrati.

A volte, ma la cosa non deve stupirci, sembra di leggere la sceneggiatura di un fumetto.

Il romanzo ricorda, per certi versi, la fantascienza avventurosa della Golden Age, con i suoi protagonisti perfettamente classificabili come buoni o cattivi.

Ovviamente non è un capolavoro, ma risulta gradevole, avvincente e ben scritto. Una sana avventura con la quale distendersi dopo una dura giornata di lavoro. Insomma, niente male per uno scrittore ultra ottantenne.

 

SCHEDA DELL’OPERA


Titolo:  Alien Factor

Autore:  Stan Lee & Stan Timmons

Pagine:  250

Editore: Mondadori

Collana: Urania

Prezzo:  3,55 €

Uscita:  Gennaio 2003