"Occidente" di Mario Farneti (2001) - Editrice NORD

Scagli la prima pietra chi non ha mai pensato: “Cosa sarebbe successo se l’Italia si fosse mantenuta neutrale durante la 2ª Guerra Mondiale?”

Questa ipotesi ha dato spunto a Mario Farneti, cinquantunenne giornalista di Gubbio, per scrivere il romanzo Occidente.

Si tratta di una ucronia, ovvero un “esercizio” di storia alternativa.

La vicenda si svolge, tra la fine degli anni ‘60 e l’inizio dei ’70, in un’Italia che non si è schierata al fianco di Hitler nel suo folle progetto di conquista e che non ha perseguito una politica antisemita. Ciò ha risparmiato alla nazione lutti e devastazioni, consentendole di diventare, sotto il regime fascista, una grande potenza mondiale. Protagonista è un giovane ufficiale, Romano Tebaldi, cui spetta il compito di consegnare alla custodia del Vaticano un importante reperto archeologico, per il possesso del quale si scatena una lotta che precipita l’Italia nel baratro della guerra civile.

Diciamo subito che l’idea che sta dietro Occidente non è originalissima (ma cosa lo è oggi nella SF?).

Numerosi autori hanno tratto spunto dalla 2ª Guerra Mondiale per ipotizzare un esito del conflitto diverso da quello storico. Indimenticabile, ad esempio, è La Svastica sul Sole di Philip Dick.

Apparentemente, l’opera con la quale è più facile tracciare un parallelismo è Fatherland di Robert Harris.

La principale similitudine tra i due romanzi sta nella accurata descrizione delle architetture miranti a glorificare la potenza dei regimi vincenti.

Harris dipinge una Berlino anni ‘60 segnata dagli impressionanti monumenti progettati da Albert Speer, geniale e spregiudicato architetto del Terzo Reich.

Farneti ci mostra una Roma fascista abbellita dalle ardite opere di Pierluigi Nervi. Ma la somiglianza si esaurisce qui.

Fatherland è un thriller  convenzionale: i nazisti, naturalmente cattivi, hanno parecchi scheletri negli armadi e fanno di tutto per ostacolare l’eroe di turno (un atipico ufficiale delle SS).

Occidente invece, come sottolinea Gianfranco de Turris nella postfazione al romanzo, è decisamente un’opera politicamente scorretta.

I “buoni” sono fascisti convinti. I “cattivi” sono coloro che si oppongono al regime.

Una simile impostazione narrativa all’inizio disorienta il lettore, specialmente se questi (e chi scrive ne è un esempio) si è formato condividendo i valori democratici propri della Resistenza.

Al di là di queste considerazioni, tuttavia, il romanzo è godibile e ricco di motivi d’interesse (ad esempio, le minuziose descrizioni di oggetti ed edifici).

Le ambientazioni ed i personaggi sono verosimili, compreso un Mussolini molto più idealista dell’originale. E non manca la descrizione di una classe dirigente che, più che servire, si serve della dittatura.

Il lettore, in conclusione, non troverà un capolavoro in Occidente. Se ne vedono ben pochi sia nella letteratura di genere che in quella “mainstream”. Tuttavia trascorrerà delle ore piacevoli in compagnia di un’opera ben congegnata e di gradevole lettura.

 

 

SCHEDA DELL’OPERA


Titolo: Occidente

Autore: Mario Farneti

Pagine: 304

Editore:NORD

Prezzo: £. 32.000

Uscita: Marzo 2001